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Come vedete sono poche e semplici regole di normale educazione . In qualità di gestore del blog farò in modo che vengano rispettate.
Buona lettura e confronto.
Pier Giorgio Gaiardoni
Voglia di
17
raccontare
Trovo interessante l'articolo proposto dall'ing. Gilda Montesano e lo ripubblico volentieri.
pier giorgio gaiardoni
Fin dai tempi più antichi in edilizia si è avuta la concezione di strato di rivestimento, inteso come uno strato protettivo da applicare all'elemento strutturale sia esso trave, pilastro, solaio ma anche lo stesso muro portante. Questo strato protettivo veniva realizzato, schiacciando e impastando diversi materiali tra loro, creando così una miscela sufficientemente omogenea che poi veniva applicata all'elemento con la funzione di proteggerlo dagli agenti esterni o semplicemente decorarlo.
Tra i tanti materiali naturali utilizzati per creare questa miscela ritroviamo la calce. Una delle antiche tecniche marocchine utilizzate per la lavorazione della calce è la tecnica Tadelakt. Questo termine deriva dall'arabo dellek (che tradotto lascia intendere impastare, schiacciare) ed appunto indica una delle antiche tecniche per la lavorazione della calce impastata con sola acqua. Il composto così realizzato veniva applicato in monostrato sulle pareti o su altri elementi strutturali con appositi strumenti, poi veniva schiacciato in modo da rispondere ai requisiti di omogeneità e compattezza. Infine veniva levigato con pietre particolari del luogo e lucidato con sapone nero, al fine di garantire un bell'aspetto all'elemento trattato. Questa antica tecnica di origine marocchina oggi in edilizia viene riutilizzata per gli intonaci naturali. Il risultato che si ottiene è una superficie naturale di grande impatto estetico che gode di ottime proprietà tra cui l'essere impermeabile. Ma il particolare interessamento per il recupero di questa tecnica è avvenuto solo dopo la diffusione smisurata del cemento a partire dagli anni Cinquanta. O meglio da quando si è sviluppato il crescente interesse per la bioarchitettura, quella disciplina volta all'utilizzo di materiali naturali in edilizia e architettura.
In origine questo metodo era tradizionalmente utilizzato per impermeabilizzare cisterne per l'acqua potabile, fontane e gli ambienti umidi del bagno turco. Questo perché, il composto gode anche di proprietà battericide, funghicide e traspiranti necessarie in ambienti di questo tipo.
L'edilizia moderna oggi utilizza questa tecnica perrivestire le pareti, in sostituzione delle comuni piastrelle in ceramica, in ambienti come bagni e cucine, ovvero i luoghi dove si concentrano maggiormente fumi e vapori. Si crea così in questi ambienti un effetto morbido e variegato che garantisce un piacevole risultato estetico ma nel contempo funzionale.
Produzione e applicazione dello strato di rivestimento, le fasi
La materia prima come abbiamo visto è la pietra calcarea, che viene raccolta e accatastata in pile, attorno alle quali sono costruiti i forni di cottura in cui vengono fatti bruciare per tre giorni rami di olivo e di palma.
La calce da Tadelakt è ottenuta quindi dalla calcinazione di calcare impuro, cotto in forni intermittenti, alimentati a legna di ulivo e palma, per circa 30 ore. Subito il processo di cottura questa viene lasciata raffreddare e poi spenta con poca acqua.
La calce così ottenuta viene poi setacciata e utilizzata. Una volta in cantiere, la calce da Tadelakt è semplicemente mescolata con acqua, senza alcuna aggiunta di sabbia, poiché contiene di per sè una parte di calcare incotto che si comporta da aggregato.
Questo procedimento apparentemente così semplice è un procedimento totalmente manuale, che necessita di almeno sette passaggi per arrivare al risultato finale del Tadelakt.
Per quanto riguarda l'applicazione si procede stendendo un solo strato d'intonaco su di un fondo abbastanza ruvido in uno strato di spessore che si aggira intorno a 1-2 cm, poi si continua schiacciando il materiale, dapprima livellandolo con uno strumento in legno di cedro, poi comprimendolo con una spatola chiamata lingua di gatto. La fase finale è quella della levigatura con delle pietre molto dure di fiume. Si procede alternando fasi di levigature e spatolatura, così che si chiudano tutti i pori ottenendo una superficie perfettamente liscia. Trascorso un giorno dall'applicazione di questo strato, su esso si pennellano uno o più strati di sapone nero in forma liquida, prodotto artigianalmente con le olive che lo rendono lucido e impermeabile. Il colore naturale che si ottiene utilizzando questo rivestimento è avorio chiaro, ma qualora si volessero ottenere altre colorazioni si possono utilizzare miscele ottenute con terre naturali o ossidi, così da ottenere l'effetto desiderato rendendo l'ambiente nel contempo salubre e piacevole alla vista impermeabile e dall'aspetto leggermente ondulato e brillante.
Il Tadelakt è una nobile espressione della cultura materiale marocchina, e deve essere proposto esclusivamente nel rispetto delle peculiarità dei materiali e nella osservanza delle tecniche di realizzazione tradizionali.
Articolo: Tadelakt , antica tecnica di rivestimento naturale
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