Due architetti e coniugi italiani, Pietro e Sisma Melloni, hanno realizzato una piccola casa rurale nei campi toscani di Stribugliano, in provincia di Grosseto, attraverso un’antica tecnica costruttiva, oggi riportata in auge dall’architetto austriaco Martin Rauch: la terra cruda pisè.
Questa tecnica edilizia, già utilizzata dagli uomini primitivi e successivamente ripresa nei trattati degli architetti settecenteschi, consiste nel “pressare” e impastare la terra con acqua, paglia e fibre naturali. La terra, così lavorata, acquista le stesse caratteristiche meccaniche del calcestruzzo, sfuggendo, però, al pericolo della produzione di anidride carbonica.
La terra impiegata nella costruzione della casa rurale toscana è stata ricavata in opera dalla stessa area di cantiere, senza, perciò, alcuna spesa per il trasporto, un vero e proprio materiale a costo e a km zero.
I VANTAGGI DELLA TERRA CRUDA PISÈ
Il sistema di lavorazione, oltre alla tutela dei paesaggi naturali e all’impiego di risorse locali, assicura un buon isolamento dell’edificio, conferendogli, allo stesso tempo, capacità antisismiche e resistenza al fuoco. L’inerzia termica è garantita anche dallo spessore delle murature (70 cm quelle esterne e 50 cm quelle interne) e dall’isolamento a cappotto in cannucciato, composto da pannelli in canne palustri provenienti dai laghi circostanti. Le canne, solitamente legate con filo zincato o con filo di nylon, favoriscono un buon isolamento termico e acustico e non presentano alcuna sostanza tossica, né lavorazioni dannose per la salute e per l’ambiente. In molti si sono posti il problema della pioggia. Secondo quanto affermato dai progettisti, le piogge di modeste intensità non arrecano danni alla casa rurale, perché a contatto con l’acqual’argilla contenuta nei muri diventa viscida e si comporta come una pellicola in grado di proteggere la struttura interna.
Invece, nel caso di piogge consistenti, la soluzione è stata mutuata dalla tecnica già sperimentata dallo stesso Rauch e basata nell’inserimento di file di mattoni cotti lungo le murature in modo che funzionino da rompigoccia. La terra battuta, come viene chiamata in gergo, non solo è stata usata nella struttura portante e nei tramezzi divisori interni, ma anche nell’ambito delle finiture. Infatti, l’intonaco, ottenuto dall’impasto della stessa terra con inerti naturali e vegetali, ha dimostrato di possedere elevata capacità igrometrica: la sua composizione risulta resistente al vapore acqueo e all’assorbimento di acqua.
CONTRIBUTI TECNOLOGICI SOSTENIBILI
A completare il progetto ecosostenibile ci pensano sia pannelli solari termici e fotovoltaici, istallati sul tetto e posizionati in modo tale da non essere visibili da terra, che le serpentine elettriche che diffondono calore all’interno di pavimenti realizzati con eco materiali.
LA CASA E IL PAESAGGIO RURALE
Infine, l’impatto visivo dall’esterno è minimo poiché la terra non è stata trattata,ma conserva il suo aspetto naturale, pertanto si inserisce perfettamente nel contesto rustico dell’ambiente circostante. I due giovani progettisti hanno voluto riportare in Italia le esperienze architettoniche del Marocco, dove è possibile incontrare case con un rivestimento esterno che richiama i colori della terra su cui sono state costruite.
Tuttavia, come ci ricordano gli stessi ideatori, se un giorno si volesse demolire la casa, “più del 50% della costruzione potrebbe tornare ad essere un campo arato” essendo costituita unicamente da materiali biodegradabili.
Scritto da Francesca Pedico fonte : www.architetturaecosostenibile.it
versione italiana
http://www.gaianetwork.eu/design/slide.php?lang=ita&target_vol=68&id_volume=91#li_1
english version