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    Come vedete sono poche e semplici regole di normale educazione . In qualità di gestore del blog farò in modo che vengano rispettate.

    Buona lettura e confronto.


    Pier Giorgio Gaiardoni

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    STORIA E SIGNIFICATO DI UNA BALAUSTRA

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    49

    raccontare

    Motivazione e funzione primaria della BALAUSTRA

    Varcare un confine a piedi, scavalcare il crinale di un monte, addentrarsi in una caverna, sono piccole esperienze accomunate, come molte altre, da una sensazione particolarissima.

    A chi le ha vissute non sarà sfuggita l’impressione di oltrepassare una linea oltre la quale vigono altre regole, oltre la quale il comportamento deve mutare perché al di là di quel punto lo spazio è diverso, non è più lo stesso di prima.

    Gli esempi che ho citato, a solo scopo narrativo, hanno tutti la caratteristica di essere accompagnati da segnali visibili, che quasi suggeriscono con la loro stessa presenza l’incipiente mutamento di stato. In alcuni casi, come l’ingresso in una grotta, tale segnale è offerto dalla natura, in altri, come il passaggio del confine, il segnale è posto dagli uomini. Esiste un parallelo a queste sensazioni anche nell’esperienza dello spazio sacro?

    Questo è sacro per effetto di un rituale che vi si celebra e di una formula di dedicazione che lo dedica solennemente alla divinità, ma è vero tuttavia che tale dedicazione, pur comportando un mutamento di stato e quasi di natura del luogo stesso, non ne condiziona però le leggi fisiche né le apparenze, e potrebbe quindi passare inosservato. Ecco dunque che si rende necessario apporre degli avvertimenti, dei nuovi segnali volti a rendere visibile ciò che altrimenti potrebbe non essere percepito.

     

    Fu così che nacquero già in tempi ancestrali e presso i culti più antichi i primi recinti per separare i luoghi più sacri dallo spazio circostante, e molto tempo dopo, ma in modo simile, furono create anche le prime recinzioni nei luoghi cristiani per separare il santuario o presbiterio dal resto della chiesa, come si può verificare dalle tracce archeologiche delle più antiche domus ecclesiae.

    Nel percorso di attraversamento dello spazio sacro cristiano sarà infatti inevitabile inciampare, per così dire, in alcuni manufatti, chiamati comunemente balaustre, che per molti secoli hanno costituito una presenza regolare all’interno delle chiese. Nonostante l’apparente banalità di questi oggetti, sarebbero necessari fiumi d’inchiostro per descrivere tutte le funzioni e tutti i significati che essi hanno rivestito, e tutta la storia che li ha modellati fino ad arrivare alla semplicità delle ultime balaustre, mandate in soffitta, se non proprio distrutte, da tanti parroci nei passati cinquant’anni. 

     

    Le balaustre, infatti, non furono che l’ultima mutazione di quegli elementi separatori che assunsero di volta in volta la forma della transenna lapidea, della tenda, del cancello e dell’iconostasi, e che replicavano quanto già la facciata della chiesa, o il suo portale, esprimevano fin dal primo approccio all’edificio sacro.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                               

    Al contrario infatti di come molti hanno erroneamente pensato, il compito primario delle balaustre e degli elementi ad esse affini non era di tipo funzionale, ma simbolico.

    Non era dunque di chiudere l’ingresso ma di manifestare all’esterno di esso cosa  di prezioso o sacro ,anche in termine profano esse racchiudevano.

     

    Le balaustre dunque, più che elementi di divisione, vanno piuttosto percepite come tramiti di comunicazione. Se esse infatti non fossero esistite, quale spazio avremmo garantito al sacro? Le balaustre, custodivano uno spazio esigente, una riserva di santità e ne manifestavano l’esistenza al di fuori rendendola percepibile a chiunque.

    Via via nei secoli la balaustra perde la sua funzione "sacra" ma mantiene la funzione simbolica:la balaustra non è un elemento di difesa di uno spazio ma segnala la preziosità di quello spazio.

     

    Balaustre: dall'antichità ad oggi.

     Le balaustre, costituite da elementi denominati balaustri aventi la forma di colonne, poggianti su uno zoccolo, e collegati in alto da un elemento orizzontale detto cimasa, vennero costruite dai Romani 2000 anni fa, e usate come recinzioni architettoniche.

     Dal Quattrocento in poi le balaustre furono impiegate in importanti opere di architettura, come per costruire il porticato della Basilica di San Pietro a Roma.

     Da una funzione principalmente religiosa e sacrale esse, assunsero poi in epoche successive, anche una funzione decorativa.

     A quei tempi, per la realizzazione delle balaustrate, venivano usati la pietra e ilmarmo, poi sostituiti ultimamente da manufatti di cemento per una piùveloce produzione e messa in opera.

     Infatti, il cemento, viene gettato in apposite forme, con disegni e dimensioni standardizzati che richiamano anche disegni di ogni epoca. 

     

    Balaustre in calcestruzzo.

     Con l'invenzione del calcestruzzo colato, nei primi anni del secolo XX, sono stati prodotti i primi esemplari di balaustre in calcestruzzo, utilizzando casserature in cemento, e ferro di armatura.

     Questa tecnica, ha permesso diabbattere i costi di produzione in pietra, ma ha accorciato notevolmente la durata del prodotto.

     Il ferro di armatura, infatti, ha dilatazioni termichedifferenti rispetto al calcestruzzo, inoltre, la forma stilizzata degli elementi non permette di rispettare il copriferro(distanza minima di calcestruzzo, tra ferro ed aria esterna).

     Il ferro, venendo a contatto con l'umidità dell'aria, arrugginisce, ed aumenta di volume,rompendo a pressione la balaustra.

     Questo fenomeno è ancora più evidentein prossimità del mare, ove l'elettrolisi aumenta esponenzialmente, in presenza di sali.

     

     Grazie alla tecnologia di compattazione e vibrazione utilizzata durante la loro fabbricazione il calcestruzzo utilizzato è oltremodo resistente, in quanto il rapporto acqua-cemento non supera il valore 0,25 (impasto terra umida).

     La forte compressione, permette di sformare degli elementi che risultano molto simili a quelli realizzati in pietra esistenti in commercio.

    http://www.gaianetwork.eu/design/slide.php?lang=ita&target_vol=1&id_volume=11#http://www.gaianetwork.eu/public/volumi/photo/11/170.jpg

    http://www.gaianetwork.it/public/note_informative/52/nota2/idea%20balaustra%20-%205%2C56mb.pdf

    di Pier Giorgio Gaiardoni postato il 04/10/2013 alle ore 22:51:44

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