GAIA NETWORK è un nuovo sistema distributivo nel settore dell’arredo in edilizia di alta gamma. Usa il metodo del network ed il blog diventa un luogo importante dove i vari componenti, produttori e clienti, commerciale e tecnici, possono confrontarsi e dialogare fra loro.
Si richiede solo la e.mail per poter aggiornare i partecipanti sui nuovi interventi. In qualità di gestore del blog mi impegno a non utilizzarle in nessun altro modo.
Allo stesso modo chiedo ai partecipanti di condividere poche e semplici regole:
-non esprimere in modo offensivo opinioni su, religione, razza, sesso. E’ ammessa la politica in quanto parte determinante del fattore economico del settore.
-non utilizzare il blog per comunicazioni pubblicitarie o fare pubblicità. Per comunicare un prodotto , un servizio o una prestazione tecnica /professionale usare il sistema della “VOCE DI CAPITOLATO”.
-ogni articolo deve essere firmato e l’estensore si assume la responsabilità di quanto dichiarato.
Come vedete sono poche e semplici regole di normale educazione . In qualità di gestore del blog farò in modo che vengano rispettate.
Buona lettura e confronto.
Pier Giorgio Gaiardoni
Voglia di
68
raccontare
Chiedo che venga pubblicato questo mio pensiero perché di questo si tratta.
Sempre più leggo e sento il termine rivoluzione. Dico subito che è un termine che non mi piace; assolutamente. Lo identifico a macerie, dolore, sofferenze, lotte e perché no anche a morte.
Oggi lo si sta utilizzando spesso a fini commerciali e molte volte a quello produttivo. Per la serie: abbiamo rivoluzionato la produzione, e perché non dire abbiamo evoluto la fase produttiva? Abbiamo rivoluzionato il sistema distributivo, e perché non evoluto lo stato distributivo?
Credo che il termine venga usato per un'abitudine ideologica e spesso a sproposito perché figlio e sinonimo di cambiamento. Si pensa alla rivoluzione francese, a quella industriale, a quella americana e a quella inglese. Penso che l’unica ad aver portato immediatamente vantaggi a chi vi ha partecipato sia quella americana che io considero più un evoluzione che una rivoluzione. Mi spiego: molte di queste rivoluzioni non hanno portato vantaggi a chi le ha fatte ma alle generazioni successive. Il termine rivoluzione credo che sia il costituire qualcosa di radicalmente nuovo.
Penso che la rivoluzione americana è stata solo un'evoluzione della rivoluzione francese. La psicologia acquisitrice che guidava gli americani era basata sulla prudenza e la consuetudine, mentre era l'idealismo che ha guidato i movimenti della classe intellettuale in Francia. Penso quindi che la rivoluzione è sempre drammatica mentre l'evoluzione è un termine che identifica, nel nostro un caso, un cambiamento di forma.
La rivoluzione è un’interruzione drastica dello status quo mentre l’evoluzione è più o meno un lento cambiamento di cose già esistenti.
La rivoluzione industriale per me è stata un'evoluzione dei sistemi produttivi; magari avvenuta in modo veloce ma sempre di un’evoluzione si tratta.
Il 68 ad esempio è stato un cambiamento non una rivoluzione; una leggera evoluzione. Ha prodotto un cambiamento della libertà sessuale non l'ha rivoluzionata. Prima c'era una gonna che arrivava al ginocchio e dopo una minigonna, sempre una gonna era. L'evoluzione nel 68 è stata importante per evolvere la spontaneità della donna. L'evoluzione è sempre positiva altrimenti sarebbe un involuzione.
La rivoluzione è chiudere immediatamente una cosa; non esisterà più. Si passa da uno stato ad un altro. Zac taglio. Considero la rivoluzione un punto mentre un'evoluzione un punto e virgola.
Considero il gruppo che si sta formando un’evoluzione. Noi siamo un’evoluzione del concetto della rappresentanza, non una rivoluzione. Invito tutti i miei (ex)colleghi a pensare che l'evoluzione è positiva mentre la rivoluzione è negativa. Non bisogna rivoluzionare niente ma evolvere quello che già c’è, quello che tutti noi conosciamo. Gaia è la nostra evoluzione… ragazzi, di tutti noi.
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