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    Info e Regole


    GAIA NETWORK è un nuovo sistema distributivo nel settore dell’arredo in edilizia di alta gamma. Usa il metodo del network ed il blog diventa un luogo importante dove i vari componenti, produttori e clienti, commerciale e tecnici, possono confrontarsi e dialogare fra loro.

    Si richiede solo la e.mail per poter aggiornare i partecipanti sui nuovi interventi. In qualità di gestore del blog mi impegno a non utilizzarle in nessun altro modo.

    Allo stesso modo chiedo  ai partecipanti di condividere poche e semplici regole:
    -non esprimere in modo offensivo opinioni su, religione, razza, sesso. E’ ammessa la politica in quanto parte determinante del fattore economico del settore.
    -non utilizzare il blog per comunicazioni pubblicitarie o fare pubblicità. Per comunicare un prodotto , un servizio o una prestazione tecnica /professionale usare il sistema della “VOCE  DI  CAPITOLATO”.
    -ogni articolo deve essere firmato e l’estensore si assume la responsabilità di quanto dichiarato.

    Come vedete sono poche e semplici regole di normale educazione . In qualità di gestore del blog farò in modo che vengano rispettate.

    Buona lettura e confronto.


    Pier Giorgio Gaiardoni

    Info e Regole
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    LA PROGETTAZIONE DEL COLORE NEGLI HOTEL E NEI E NEI CENTRI BENESSERE

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    08

    raccontare

    LA PROGETTAZIONE DEL COLORE NEGLI HOTEL E NEI “ CENTRI BENESSERE” .

    Il concetto di “benessere” può sembrare a prima vista difficile da definire perché, in fondo, si tratta di una percezione personale, che sgorga più dall’interno dell’individuo che dall’esterno.
    Alcune strutture sono più direttamente chiamate, se non a produrre “benessere”, quanto meno a favorirlo in tutti i modi; tra queste, gli hotel compaiono in prima fila, ancora di più quelli che si collocano ad un alto livello di qualità.
    Una richiesta di “benessere”, in questo caso, è chiaramente implicita nella scelta stessa del cliente e si estende ad un significato allargato di “piacevolezza del soggiorno in hotel”, che va al di là della semplice presenza in esso di aree specifiche dotate di attrezzature fitness o dall’offerta di terapie o trattamenti particolari.
    E una richiesta che include, certamente, la quantità e la qualità dei servizi offerti, ma anche molto e soprattutto la gradevolezza della permanenza nell’ambiente in generale.

    Peraltro, qualora l’hotel sia dotato delle aree specifiche “dedicate al benessere”, gli effetti benefici di una qualunque attività fisica o trattamento non si manifestano tanto nel luogo e nel momento in cui esso viene applicato, ma un po’ più tardi, quando il corpo del soggetto li integra. Questo vuole dire, in pratica, che spesso il cliente si trova a percepire gli effetti positivi quando è fisicamente in un altro locale!
    Il più delle volte questo si verifica in camera da letto, quando l’ospite è solo, più focalizzato su se stesso, quando si prende una sosta, si cambia per la cena, valuta la giornata trascorsa prima di coricarsi o percepisce le sensazioni che prova al risveglio.
    Per questo motivo, per parlare di benessere in hotel è estremamente importante dedicare attenzione mirata alle camere da letto che, a parte lo svolgere la funzione primaria di una struttura alberghiera, sono un luogo determinante per la percezione soggettiva “di gradevolezza e beneficio del soggiorno” per il cliente, e quindi della sua decisione di ritornarvi o di consigliarlo ad altri.
    La scelta dei colori dell’ambiente (dalle pareti ai pavimenti a tutti gli elementi dell’ arredo, della decorazione agli oggetti d’uso) è un elemento costitutivo nella creazione della sensazione di benessere, non un ‘optional’ o un dettaglio estetico, come spesso, putroppo, viene considerato.
    Il colore di un ambiente è una parte integrante della sua funzione terapeutica.
    Per capire bene come mai i colori degli ambienti giochino un ruolo così determinante per il benessere di chi ne usufruisce, occorre ricordare alcune caratteristiche fondamentali dei colori in sé e dei loro effetti sul nostro corpo, sulle nostre emozioni e sensazioni, sui nostri pensieri e giudizi.

    I colori non esistono! Non esistono “là fuori”, dove noi li vediamo. In senso stretto non potremmo dire che: “Quella giacca è azzurra” o che: “Questo tavolo è marrone”.
    Ciò che esiste “là fuori” sono delle concentrazioni di elettroni (giacca) che ricevono, interagiscono e riemettono onde elettromagnetiche di diversa lunghezza.

    Il nostro occhio è un recettore che percepisce e distingue le onde elettromagnetiche di frequenza compresa tra i 4000 e i 6000 Angstrom circa, e solo quelle. Le onde di frequenza inferiore, come i raggi infrarossi o quelli usati dagli apparecchi radio televisivi, non sono percepibili attraverso gli occhi, né lo sono le onde di frequenza superiore, come gli ultravioletti o i raggi x. Altre specie animali hanno recettori visivi strutturati diversamente: per esempio i gatti “vedono” gli infrarossi, così come i serpenti.
    In questa “fascia” di lunghezze d’onda, l’occhio umano è in grado di distinguere le differenze di lunghezza delle onde. Anche un individuo che abbia delle alterazioni visive per le quali vede tutto in bianco e nero, percepisce e distingue le sfumature di grigio.
    L’informazione viene poi elaborata dal cervello in parecchi modi: avviene una elaborazione linguistica che ci permette di dire: “Quella giacca è azzurra”, ovvero: noi italiani adulti indichiamo la percezione visiva di un oggetto che emette onde elettromagnetiche di una lunghezza attorno ai 5000 Amstrong come “di colore azzurro”.
    Un giapponese verbalizzerebbe diversamente il termine “azzurro”.
    In una cultura che disponesse solo di 4 termini-colore, quella giacca verrebbe definita con lo stesso terminecolore
    di una gialla o di una verde.

    Avviene una elaborazione emotiva che ci porta a sentire: “Quell’azzurro mi piace (oppure no)”, una elaborazione mnestica personale che ci può far pensare: “Quell’azzurro mi ricorda…” ed una elaborazione culturale, piuttosto complessa, per cui diamo un “significato” ed anche un “giudizio” sul fatto che il signore indossi una giacca azzurra in una data circostanza.
    La reazione fisiologica del corpo all’azzurro è blandamente calmante.
    Di tutte queste reazioni quelle che più ci interessano al fine di definire i colori più adeguati per un ambiente alberghiero, sono le più universali e generalizzabili. In un hotel ovviamente soggiornano per un tempo limitato delle persone estremamente diverse tra loro, quindi ha poco senso concentrarsi sulle reazioni che hanno una base molto soggettiva.

    La reazione fisiologica è universale. E’ la risposta del corpo umano in normali condizioni ad una certa lunghezza d’onda, è quindi la più indipendente da tempo, luogo, cultura e preferenze personali (sebbene ne possa essere influenzata).
    Un’altra risposta abbastanza generalizzabile è quella culturale, poiché tutti siamo influenzati dai parametri culturali della nostra epoca.
    La scelta dei colori più adatti ad uno specifico locale di hotel si basa quindi su due elementi fondamentali:
    1) Il tipo di attività che viene prevalentemente svolta in quell’ambiente. Questa scelta considera in modo congruente la risposta fisiologica universale del corpo umano al colore.
    2) La tipologia del cliente fruitore: i suoi bisogni ed aspettative specifiche. Questa scelta considera gli spunti associativi simbolici suscitati dai vari colori nel nostro comune background culturale.
    La prima considerazione ci porta a differenziare opportunamente i colori a secondo della funzione dei vari locali: aree di accoglienza o zone di passaggio, luoghi di convivialità, di alimentazione, di attività specifiche, di scorrimento, di ricreazione, di attesa o di riposo. La seconda considerazione ci porta ad individuare con esattezza il ‘target cliente’ e come si intende qualificare l’hotel, al fine di scegliere dei colori che inviino un messaggio cromatico congruente, efficace e distintivo.

    Per entrare più nello specifico di un progetto di ricerca di una camera-benessere in una struttura alberghiera occorre dirigere l’attenzione su:
    1) uno studio adeguato delle attività che di fatto il cliente svolge in camera. Tali attività in realtà non si limitano affatto al “dormire”, ma includono anche altri momenti psicologicamente molto significativi: l’integrazione delle attività della giornata, le riflessioni e le valutazioni su di esse, la qualità del sonno e del risveglio, la gestione della solitudine notturna o invece della relazione di coppia e in alcune strutture alberghiere anche una parziale attività lavorativa: revisione di documenti, telefonate di lavoro, uso del computer e comunicazioni viae-mail.
    2) uno studio dettagliato del tipo di clientela a cui l’hotel intende proporsi per individuarne le caratteristiche culturali, psicologiche e sociali più specifiche.

    Per un progetto appropriato ed accurato di “wellness room” in un hotel, non è sufficiente fermarsi ai grandi elementi cromatici costituiti da pareti, pavimenti, tende, arredamento e superfici estese. Il valore cromatico dell’ambiente nella percezione del cliente, viene fortemente determinato da alcuni elementi che esulano totalmente da una progettazione classica e che sono purtroppo spesso lasciati al caso, ad una malintesa convenzione di “praticità”, o ad una considerazione puramente estetica e che invece in un progetto accurato di “camera-benessere” acquistano una valenza psicologica molto significativa. Mi riferisco ad titolo di esempio al colore di lenzuola, copriletto, asciugamani ed accappatoi che integrano sostanzialmente la percezione soggettiva “di essere ben accuditi” o alla presenza di quadri, piante, oggetti ornamentali o altamente evocativi che determinano una precisa ‘atmosfera emotiva’.

    Un discorso a sé e di fondamentale importanza merita l’illuminazione. La qualità e collocazione dei punti luce cambia completamente il valore cromatico di un ambiente.
    Una scelta di azzurri o di gialli per esempio, si rivela nei fatti del tutto diversa se viene poi realizzata in una camera illuminata da luce naturale proveniente da nord o da sud, o in una camera illuminata artificialmente con luci calde piuttosto che fredde, centrali o piuttosto che dislocate.

    A volte ci si pone il problema di collocare o meno dei raffinati strumenti di “cromoterapia” nel bagno o delle docce a getti d’acqua colorata (ben difficilmente adattabili nella loro gestione “terapeutica” altamente personalizzata ad una clientela varia e lasciata poi a sé stessa nell’uso dell’apparecchio) e non si considera invece adeguatamente quanto l’illuminazione dell’intera stanza e il colore delle sue pareti esercitino una forma di “cromoterapia” molto più generale e prolungata.

    Un opportuno studio del colore nella progettazione alberghiera si basa su un “sapere” che riguarda sia le reazioni fisiologiche del corpo umano alle differenti lunghezze d’onda elettromagnetiche, sia le reazioni emotive suscitate da alcune associazioni simboliche e culturali ampiamente condivise. Ciò costituisce un tentativo serio di tradurre la “richiesta di benessere” del cliente e la volontà della struttura alberghiera di rispondervi soddisfacentemente, in termini espliciti, realisticamente considerabili e praticamente realizzabili.
    Fulvio Beretta Fiorella Rizzo#Presidente presso Istituto del Colore Emotional Coaching e Consulente del colore

    http://www.gaianetwork.eu/design/slide.php?lang=eng&target_vol=4&id_volume=9#http://www.gaianetwork.eu/public/volumi/photo/9/383.jpg

    di Pier Giorgio Gaiardoni postato il 20/08/2013 alle ore 06:08:37

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