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    Come vedete sono poche e semplici regole di normale educazione . In qualità di gestore del blog farò in modo che vengano rispettate.

    Buona lettura e confronto.


    Pier Giorgio Gaiardoni

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    VERDE PENSILE-BREVE NOTA

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    104

    raccontare

    L’evoluzione del verde pensile

    Da concetto estetico a concetto urbanistico per la compensazione e mitigazione in ambiente urbano

     

    Oggi si parla sempre più spesso di verde pensile. È diventato un tema importante. Fino a non molti decenni addietro, sovente, si guardava a chi si occupava di questa materia con atteggiamenti differenti, che andavano dalla curiosità alla diffidenza, dal rifiuto alla benevola attenzione. L’argomento non era conosciuto e contrastava troppo con gli usuali sistemi e le abitudini costruttive. I primi convinti assertori dell’applicazione a larga scala di questa tecnologia in ambiente urbano erano considerati, nel migliore dei casi, un po’come dei filosofi con i piedi poco appoggiati al terreno, anche se, a quei tempi, e in tempi più lontani, alcuni dei più illustri architetti e urbanisti già riconoscevano il verde pensile come fondamentale elemento nella progettazione e frequentemente lo hanno inserito nelle loro opere. Erano i tempi nei quali si riteneva che l’acqua piovana dovesse essere allontanata il più velocemente possibile, soprattutto dai luoghi di vita e attività umana, e in questa direzione ci si muoveva e operava in modo deciso. Ci riferiamo, naturalmente, alle situazioni geografiche nelle quali le condizioni climatiche e lo sviluppo socio-economico potevano incoraggiare questo modo di ragionare, non certo ai Paesi nei quali l’acqua, in quanto limitata, rappresentava o rappresenta un problema più o meno critico di sopravvivenza. L’acqua doveva velocemente defluire dai tetti, dai piazzali e dalle strade nei canali e nei corsi d’acqua, che a loro volta dovevano garantire un deflusso sicuro e veloce. Questi ultimi, per tale motivo, venivano rettificati, cementificati e impermeabilizzati. Dove poi l’acqua andasse a finire poco importava

     

    Poi, con il passare del tempo e in conseguenza di un’attività edificatoria urbana ed extraurbana non troppo consapevole e attenta ci si è accorti, a nostre spese, come i canali cementificati e i corsi d’acqua rettificati si siano rivelati, nei fatti, come delle canne di fucile puntate contro i paesi, le città e le campagne.

    Questa situazione ha consentito che una materia consorella che, nei tempi passati, ha goduto di scarsa considerazione come il verde pensile, sia assurta oggi a disciplina sempre più diffusamente applicata, riconosciuta e rispettata: l’ingegneria naturalistica. Chi, tanto per fare un esempio, ieri proponeva la teoria secondo la quale è conveniente ogni tanto subire il danno, noto e in larga misura economicamente presumibile e gestibile, dell’allagamento di qualche ettaro di campagna, piuttosto che sborsare quantità di denaro enormi per riparare guasti spesso incalcolabili e imprevedibili, oggi inizia a essere ascoltato seriamente, anziché essere guardato con diffidenza.

    Un analogo riconoscimento, per motivazioni simili, sta oggi ottenendo la disciplina dell’inverdimento pensile, soprattutto per l’applicazione negli ambiti urbani ..Ormai anche molte piccole città non sono più esenti dalle problematiche dei grandi insediamenti: inquinamento dell’aria e delle falde acquifere, carenza di aree verdi, eccessiva cementificazione, problemi di circolazione stradale, intasamento delle reti fognarie, impoverimento e squilibrio della flora e della fauna negli spazi antropizzaticon conseguente minore resistenza contro le avversità e le malattie. Non è difficile oggi, viaggiando, rendersi conto che ci si sta avvicinando a un centro urbano, specie se di media o grande dimensione, particolarmente d’inverno o di notte: gas, pulviscolo e aerosol formano cappe che “marcano” inequivocabilmente lapresenza degli insediamenti nel territorio. Queste coltri riverberano le luci urbane creando inquinamento luminoso, determinano disturbi alle vie respiratorie e agisconocome concausa nella diffusione delle allergie e sono uno dei principali presupposti del contrasto termico, spesso piuttosto consistente, esistente tra le zone urbanizzate e quelle esterne limitrofe. In queste coltri di gas e aerosol si formano le piogge acide che danneggiano flora e fauna.

    La coltre d’inquinamento diviene il quotidiano teatro di vita dell’uomo, costretto a vivere in un habitat di palazzi e fabbriche che ha sostituito gli ambienti naturali. Le città sono gli ambienti “naturali” di vita dell’uomo, ma spesso non sono a sua misura, perché eccessivo è diventato il divario tra l’artificiosità della città e la natura, tra l’ambiente umano e l’ambiente naturale.  Gli insediamenti urbani, l’attività edificatoria in generale, rappresentano un elemento irrinunciabile all’interno del vasto sistema che il nostro pianeta rappresenta, ma devono necessariamente essere riequilibrati in direzione di una migliore vivibilità. Anche se vive in città, l’uomo è parte della natura, alla quale non può rinunciare.

     

    Le coperture a verde rappresentano, sotto diversi aspetti, un importante ed efficace elemento per potersi muovere in direzione di questo riequilibrio, per esempio contribuendo alla ricostituzione dei corridoi ecologici dove non è più possibile creare spazi verdi al suolo. La tutela delle specie vegetali e animali endemiche può tendere a compensare, almeno in parte, le alterazioni generate dalla loro scomparsa negli ecosistemi urbani. Il minore consumo energetico per il riscaldamento invernale e il condizionamento estivo, determinato dall’uso delle coperture a verde pensile, concorre, poi, anche se indirettamente, al miglioramento del microclima urbano attraverso la diminuzione delle emissioni per la produzione e impiego di energia in linea, oltretutto, con la promozione della cultura del risparmio energetico auspicata dal protocollo di Kioto.

     

    Per questi motivi, e anche per moltissimi altri, oggi, quello delle coperture a verde pensile è diventato un argomento importante

     

    Tratto da

    VERDE PENSILE IN ITALIA E IN EUROPA di Paolo Abram

    edizione IL LIBRO –IL VERDE EDITORIALE MILANO

     

    English version link images

    http://www.gaianetwork.eu/design/slide.php?lang=eng&target_vol=62&id_volume=80#http://www.gaianetwork.eu/public/volumi/photo/80/3790.jpg

    http://www.gaianetwork.eu/public/pdf/eng/80/pdf2/set%20up,%20cultivation%20and%20composition%20vegetable%20wall.pdf

    link ad immagini italiano

    http://www.gaianetwork.eu/design/slide.php?lang=ita&target_vol=62&id_volume=80#http://www.gaianetwork.eu/public/volumi/photo/80/3791.jpg

    http://www.gaianetwork.eu/public/pdf/ita/80/pdf1/Dimensioni%20moduli%20parete%20vegetale%20

    di Pier Giorgio Gaiardoni postato il 07/01/2014 alle ore 07:35:02

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