di Giovanni P.A. Bonfiglio
Pensare e guardare...OLTRE alle immagini e ai modelli che ci vengono proposti, vuol dire pensare fuori dagli schemi, immaginare quello che l’occhio non vede, oppure semplicemente intuire emozioni che ci vengono trasmesse dall’estetica complessiva di un oggetto. Questa capacità autonoma di percepire emozioni, può essere considerata uno degli ultimi brandelli della libertà di pensiero a cui una persona non dovrebbe mai rinunciare.
Nella realtà però tutti guardiamo OLTRE..qualche cosa, solo che non sappiamo più farlo da soli. Modelli estetici predefiniti ci vengono proposti completi di emozioni preconfezionate, in questo modo veniamo abituati a guardare...OLTRE la nostra vita cercando una realtà diversa che crea bisogni senza regalarci emozioni. Questo lo dobbiamo rifiutare, perché la libertà di guardare...OLTRE, deve restare una libertà personale.
Se restringiamo il discorso alla valutazione degli oggetti che dobbiamo acquistare, possiamo guardare...OLTRE agli stessi solo se riusciamo liberamente valutarli in base alle emozioni che gli stessi ci trasmettono. Poco importa se avremo dato all’oggetto un valore equo oppure no, se questo corrisponde alla nostra valutazione di uomini liberi ci deve bastare e quindi possiamo fare serenamente l’acquisto. Un viandante con le scarpe rotte guarderà un paio di scarpe nuove in un modo completamente diverso, da come le potrebbe guardare una persona che abbia assorbito 100 spot pubblicitari sulle calzature. Il secondo potrà ritenere di essere una persona informata, mentre il primo è sicuramente un uomo libero; o comunque un uomo che, avendo un’esigenza reale da soddisfare, acquista l’oggetto sulla base dell’emozione che lo stesso pensiero di acquisto gli procura, quindi acquista guardando...OLTRE.
Dopo avere distrutto le origini creative dei lavoratori, la sotto cultura di massa, che possiamo definire, del prodotto usa e getta, ha distrutto anche la capacità critica dell’utente mediante la pubblicità, al fine di vendergli i prodotti anonimi della globalizzazione.
Così nel silenzio e nell’indifferenza più totale muoiono i mestieri, che un tempo, non a caso, erano associati alle arti, perché nessuno sa più guardare...OLTRE.. al prezzo. Ora, pur nella consapevolezza che non possono essere recuperate funzioni e rapporti che gli stessi protagonisti hanno consegnato alla storia, come ad esempio i lavori scomparsi, non dobbiamo rinnegare le origini comuni tra arte e lavoro creativo, un tempo appunto detto mestiere. Quindi in questo senso dobbiamo essere in grado di guardare ..OLTRE l’oggetto che acquistiamo. Magari guardando prima dentro di noi.
Questo modo di ragionare ci porta inevitabilmente a valutare gli oggetti sotto un profilo diverso, guardando...OLTRE gli stessi per cercare delle emozioni vere e comprendendo che quando questo accade, se proprio non è arte, certamente gli assomiglia. Dobbiamo imparare a guardare...OLTRE agli oggetti che osserviamo per individuare la creatività umana che li ha prodotti, possibilmente senza separare mai l’arte dalla vita.
Per contro è anche vero che questo capita tutti i giorni, con l’arte che celebra se stessa godendo del proprio mercimonio, oramai assunto dagli ignoranti come indice assoluto di valore artistico, e la vita che, con la superiorità degli arroganti, ignora il valore stesso dell’arte, sostituendolo con quello del denaro. Solo guardando...OLTRE gli oggetti che acquistiamo possiamo goderne del loro possesso senza per questo doverlo ostentare come un surrogato della nostra personalità. Perché anche l’oggetto più bello diventa una misera cosa quando viene presentato come simbolo di promozione sociale da un’ignorante ed arrogante plebaglia.
Quindi nell’esaminare gli oggetti che ci interessano dobbiamo guardare...OLTRE per evitare di caricarli di valori che non hanno, ma per cercare quello reale, quello per intenderci che riescono a dargli le nostre emozioni. Queste a loro volta, in modo apparentemente irrazionale, riescono a modificarsi davanti alle caratteristiche dell’oggetto che stiamo esaminando e solo quando le emozioni saranno positive lo accetteremo e lo acquisteremo. L’accettazione emozionale di un oggetto passa dunque in primo luogo attraverso l’estetica, che a sua volta è influenzata dalla forma e dalla finitura. Per contro una finitura di alto livello equivale in molti casi ad una lavorazione di alto pregio artistico, ed anche questo viene percepito da un acquirente che sa guardare...OLTRE, perché in ogni caso anche dietro l’acquirente più modesto si nasconde un cliente di classe, o comunque esperto. Per nobile tradizione fiorentina infatti: chiunque sappia apprezzare il lavoro che ha reso interessante un oggetto deve essere considerato un intenditore, quindi un esperto, e ciò indipendentemente dalla natura e/o dal valore dell’oggetto esaminato. Tutto il resto è poca cosa; in alcuni casi si tratta di povertà culturale mentre in altri di ignoranza arricchita.
OLTRE..l’estetica degli oggetti ci sono dunque mondi diversi; in primo luogo la moderna ricerca, poi anni di storia e di cultura che gesti ripetuti milioni di volte hanno portato fino a noi.
La finitura e l’estetica moderna sono figlie dirette DELLE ARTI E DEI MESTIERI di un tempo...le attività umane più belle, che gli occhi migliori sanno ancora vedere.